– di Mario Dusi.
Il diritto di accesso alla giustizia spesso non si concretizza quando si tratta di controversie di modesta entità (cosiddetti small claims).
Agire davanti al Giudice di Pace italiano per controversie interne non è di facile portata: non vi è il collegamento tramite PCT, le udienze si tengono in presenza e non da remoto, la procedura (infine) non è quella ordinaria. Come ben noto la problematicità aumenta poi nel caso di controversie a carattere transnazionale.
In tal senso forse non tutti sono a conoscenza dell’esistenza del Regolamento Europeo numero 861/2007 (ancora dell’11 luglio 2007), successivamente modificato e reso più operativo dal Regolamento 2421 del 2015, che fa parte del cosiddetto Progetto SCAN (Small Claims Analysis Net) finanziato dall’Unione Europea, in cui ha avuto un ruolo di rilievo anche l’Università di Napoli Federico II (con altri otto partners europei).
Di fatto (in via breve e semplificata) – seguendo quella che oramai è la filosofia delle normative europee – il Regolamento prevede dei moduli standard (allegati allo stesso) per il procedimento relativo a controversie di modesta entità (naturalmente disponibili in tutte le lingue), ove il privato può personalmente dare corso alle richieste giudiziarie. Successivamente sarà compito dell’organo giurisdizionale competente, a cui è stata inoltrata la pretesa, a dover trasmetterne copia (insieme alla documentazione) al convenuto, il quale dovrà rispondere entro 30 giorni compilando un modulo di replica.
Negli ulteriori 30 giorni vi sarà la possibilità di controreplica dell’attore e successivamente vi sarà la obbligatoria emissione di una sentenza, che naturalmente sarà esecutiva in tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea, senza particolari formalità.
Maggiori indicazioni in tal senso si possono trovare sul sito www.scanproject.eu, accessibile a tutti.
Questa normativa dà lo spunto per ricordare a tutte le aziende di verificare sempre le possibili soluzioni di stampo europeistico alle loro problematiche e a tutti gli avvocati di volersi costantemente aggiornare sulle tematiche relative alle norme dell’Unione Europea, che troppo spesso vengono dimenticate nella trattazione quotidiana dei singoli casi.